Il sacchetti biodegradabili sono i contenitori utilizzati oggi per il trasporto dei generi alimentari o per gli acquisti effettuati presso la grande distribuzione.

Il suo utilizzo è stato tutelato e reso obbligatorio da una serie di Leggi sempre più dettagliate e restrittive che ne hanno favorito lo sviluppo in tutto il territorio europeo.

Sono 3 le condizioni principali affinchè un sacchetto sia definito "biodegradabili", e sia dunque a norma di legge: deve eddere infatti biodegradabile, componibile e rinnovabile.

La biodegradabilità dipende innanzitutto dalla natura della materia prima, possiamo quindi avere un prodotto proveniente da materia prima rinnovabile che però non è biodegradabile.

Con "biodegradabile" intendiamo quindi la caratteristica fondamentale che ogni sacchetto deve avere per essere pienamente a norma: ovvero la capacità di essere degradato in sostanze più semplici, ovvero la trasformazione, senza rilasciare sostanze inquinanti, delle sostanze di partenza in molecole inorganiche semplici come acqua o anidride carbonica.

Componibile invece significa la capacità del materiale di essere riciclato in una frazione dell'umido, e la sua conseguente trasformazione in "compost", una sostanza organica ricca di humus che può anche essere utilizzato efficacemente come fertilizzante in diverse attività agricole.

Infine la rinnovabilità: una proprietà legata alla materia prima utilizzata che deve necessariamente provenire da fonti organiche: per la produzione di un sacchetto di questo tipo si usano ad esempio piante capaci di rigenerarsi in tempi brevi.